martedì 2 febbraio 2016

Il Libro Nero.....

A pensar male si fa peccato, ma di solito ci si piglia.
Un libro che parla male dei veterinari non può che attrarre la mia attenzione. Già dal titolo si capisce che occorrerà pazienza per arrivarci in fondo. Già le prime righe, della prefazione dell’ autrice, dove recita: “Noi veterinari guadagniamo parecchi soldi [...]” (Pag.18 riga 2) mi inducono all’istintivo lancio del tomo a volo radente.
Solo la voglia di capire oltre quali orizzonti avrebbe osato spingersi l’autrice mi induce a proseguire.
Un libro è, solitamente, un oggetto che stimola riflessioni e quindi mi sono avviato alla lettura con la speranza di venir soddisfatto almeno da quelle. La stessa autrice si auspica di stimolare una nuova presa di coscienza professionale in quei veterinari (tra cui il sottoscritto), la cui mente scientifica è ottenebrata dal demone business.
La prefazione continua dividendo i veterinari tre categorie di cui solo la terza è composta da pochi eletti che sono in grado di esercitare la professione in modo puro e virtuoso, mentre gli altri (i più) sono supini e abbrutiti ai dettami del mercato. A questi biechi medici è imputato di terrorizzare i propri clienti al solo scopo di cavare quanti più denari possibile dalle sofferenze dei loro animali. Su questo argomento potrei anche essere d’accordo, a patto che includiamo nella categoria dei “biechi” anche idraulici, elettricisti, avvocati, dentisti, politici e parrucchieri. (...e chi volete voi)
Dopo questa prefazione terribile, segue una sequela di aneddoti, che l’autrice riporta come casi clinici, gatto con la cistite, cane con la dermatite, o con l’epatite. In realtà sono episodi di cui ogni veterinario che io conosca può vantare una smisurata raccolta. In realtà si tratta di casi clinici trattati con superficialità, diagnosi incomplete o errate, comportamenti errati o scorretti degli stessi proprietari, malattie di difficile diagnosi, che difficilmente (nella realtà) possono essere imputate ad un unica causa, che poi vengono risolti quando incontrano il medico giusto.
Nello svolgimento della trama del libro l’autrice riconosce come causa di tutti i mali l’uso dei mangimi industriali e l’incompetenza dei veterinari, dimenticando di ricordare che comunque quelli da lei citati sono casi per lo più rari o sporadici nel mare magno dei casi clinici risolti brillantemente e com piena soddisfazione di pazienti e clienti.
La Tesi sposata dall’illuminata collega è quella che esiste un complotto tra veterinari, case mangimistiche e farmaceutiche, per fare ammalare gli animali e cosi trarre favolosi (o faloveggiati) profitti. Come dire che esiste una diabolica liason tra la  Rovagnati spa e la Pfizer per aumentare la vendita di farmaci contro il colesterolo.
Come ogni tesi ben compilata anche questa è supportata da argomentazioni ben selezionate e di grande effetto sul target di questo libro, che per come è scritto, evidentemente non è  destinato a professionisti del settore, ma piuttosto da persone sensibili all’argomento, in quanto possessori di Pets e frequentatori di Cliniche e Farmacie, ma digiune di qualsiasi nozione medica e quindi con scarsa capacità critica in merito.
De facto l’autrice, allo scopo di denunciare il malaffare che pervade la professione veterinaria, utilizza informazioni confezionate in maniera oculatamente allarmante e sensazionalistica  capaci di creare panico e sgomento nelle menti più ansiose.
Tale comportamento è, a mio avviso, identico a quello che lei stessa denuncia dalle pagine di questo libro.
A che pro, qualcuno potrà contestarmi? Giusto, a chi giova tutto cio? La risposta arriva da se, finendo di sfogliare il libro.
Il libro fa parte di una collana di titoli che trattano più o meno gli stessi temi per un pubblico sensibile a questo tipo di argomenti e al quale piace sentirsi dire certe cose.
Vero è che oggi riconosciamo molti più cani allergici di 20 anni fa. Come mai? Perché oggi abbiamo i mezzi diagnostici per farlo su larga scala. Oggi un test allergologico si fa quasi di routine su di un cane dermatologico che recidiva alla terapia per più di due volte. Vent’anni fa di fronte ad un cane che si grattava a sangue il 99.9% dei veterinari allargava le braccia al cielo ed esclamava Mah! sarà Atopico? (e la metà si e no sapeva cosa voleva dire).
Altra cosa strana: che fine hanno fatto in questo libro milioni di cani e gatti che mangiano e hanno mangiato cibo industriale dal 1980 ad oggi e che non sono mai andati dal veterinario neanche una volta?
I mangimi per cani e gatti nascono e si diffondono con successo perché richiesti dalle persone, sono uno strumento alternativo e più comodo all’alimentazione tradizionale che nei decenni ha sempre dimostrato delle falle. (squilibri nutrizionali e difficoltà di reperimento e stoccaggio delle materia prime). Sono comodi stoccare, facili da somministrare, sicuramente bilanciati. Sono come l’auto Vs la bici, lo smatphone Vs la cabina del telefono, la vacanza ai Caraibi Vs il bagno in spiaggia a Po. La gente li vuole perché sono comodi il veterinario li usa e li prescrive per lo stesso motivo. Gli esperti di alimentazione del cane e del gatto che adesso vanno di moda ci sono perché alle spalle ci sono gli studi di alimentazione promossi e pagati dalle ditte mangimistiche. Le mezze verità non sono utili a nessuno, ma nessuno però possiede tutte le mezze verità possibili.  
L’altro giorno ho chiesto ad un mio cliente di alimentare il proprio cane allergico con alimenti freschi preparati sul momento, dopo avermi apostrofato in modo “più che colorito”,  mi ci ha pure mandato….. Evidentemente non ha letto questo libro!
Ecco che arriviamo al dunque, “A pensar male si fa peccato, ma di solito ci si piglia”, nessuna velleità scientifica, nessun amore per la verità, questo libro non è altro che un operazione economica per fare del businnes. Un prodotto ricercato da una nicchia di acquirenti a cui piace. Come un cinepanettone, vogliamo definirlo arte? Liberi di farlo!
Possiamo definirlo utile? Come una gara di rutti! Liberi di partecipare!

lunedì 19 ottobre 2015

Il Veterinario,….. secondo me!

Negli anni, analizzando la mia professione di Medico Veterinario per animali da compagnia, mi sono sempre chiesto se il mio operato fosse adeguato alle esigenze dei miei pazienti.
In un epoca dove la Specializzazione Professionale è sempre più presente e ricercata, dove questa è anche una fonte di maggiore visibilità e lustro per il Professionista, più volte mi son chiesto se non fosse più giusto seguire questa tendenza, piuttosto di continuare nella mia carriera di “tuttologo” (nell’accezione più negativa del termine) come ho sempre fatto, senza eccellere in nessuna disciplina.
La risposta mi è venuta dai proprietari dei miei pazienti che, ovviamente sono alla ricerca del successo terapeutico, ma soprattutto sono ansiosi di capire perché il loro amico peloso si è ammalato, o come fare perché ciò non accada.
Per poter rispondere in modo concreto e professionale a queste domande il Medico deve essere preparato in modo adeguato in tutte le discipline mediche, dalla dermatologia alla neurologia, passando dall’oculistica e dall’ortopedia. Ecco che il “Tuttologo” ( o medico generico, o medico di base) è la figura che più si addice a poter svolgere questo ruolo.
Il Medico poi è una persona di Scienza, e come tale deve essere in grado di trasferire la sua esperienza al suoi interlocutori, non fare calare dall’alto il suo sapere come se fosse un’infusione divina, ma deve poterlo mettere nelle loro mani e fare si che essi usino queste conoscenze nel  modo più corretto.
Non sempre, e specialmente di questi tempi, i nostri clienti sono nelle condizioni di accedere a quelli che vengono riconosciuti come i “Gold Standards” che la Medicina e gli Specialisti sono in grado di mettere a nostra disposizione, molto spesso nel campo della Medicina Specialistica vi sono più fonti autorevoli che però danno pareri discordanti tra loro, che essendo liberamente divulgate arrivano senza filtri al destinatario finale senza che questi abbia le basi per analizzarle in modo critico, provocando ulteriore confusione ed ansia.
Il compito del Veterinario …. secondo me,  non è solo di diagnosticare e curare le patologie dei suoi pazienti, ma anche quello di guidare i loro proprietari verso le scelte diagnostiche e terapeutiche più appropriate che la medicina può mettere a loro disposizione, non solo in base alla patologia che abbia da affrontare, ma anche tenendo conto delle risorse economiche ed umane che essi hanno a disposizione e facendo sempre riferimento al benessere del paziente sopra di ogni altra cosa.

Dr. Ugo Riccò

sabato 17 ottobre 2015

ANGIOSTRONGILOSI, Patologia infestiva trasmessa dalle Lumache

 L'Angiostrongylus Vasorum parassita che colpisce i cani ed altre specie di canidi. Il ciclo biologico del parassita è indiretto, dal momento che il cane si infetta ingerendo esemplari quali lumache, bavose e talvolta anche rospi e rane.
Angiostrongylus viene segnalato in molte parti del mondo, soprattutto in Europa e Canada. Tuttavia la sua presenza all’interno dei vari paesi tende ad essere non omogenea o sporadica.

Il ciclo della parassita funziona in questo modo:

1) Le larve libere nel terreno vengono ingerite dall'ospite intermedio (Lumaca) e raggiungono lo stadio infestante.

2) Il Cane mangia le lumache e si infesta a sua volta.
3) Il ciclo si completa quando le larve maturano nelle fasi successive, migrano attraverso i linfonodi mesenterici, nel fegato,nelle arterie polmonari e si sviluppano in forme adulte.
4) I parassiti adulti vivono principalmente nel ventricolo destro e nell'arteria polmonare e le sue diramazioni.
5) Le uova prodotte dalle femmine adulte localizzate nella porzione destra del cuore, raggiungono i capillari polmonari dove si schiudono diventando larve di primo stadio.
8) Favorite dai colpi di tosse del cane, le larve perforano la parete capillare raggiungendo la faringe, le larve vengono deglutite ed eliminate all'esterno attraverso le feci, infestando il terreno.
(Fig 1)

Segni clinici
Quadro acuto:Tosse, Anemia, Depressione, Anoressia, Coagulopatia (Sangue nelle feci, Tosse con sangue, Sanguinamenti prolungati in seguito a lesioni minori ed ematomi).

Inoltre, nelle infestazioni gravi: Insufficienza cardiaca destra, Raramente può verificarsi una morte improvvisa, quando il cane abbia ingerito contemporaneamente un gran numero di larve.


Inoltre, nelle infestazioni croniche: Insufficienza cardiaca destra associata a ipertensione polmonare, Diminuzione del peso, Anemia rigenerativa.


Sogetti a rischio:
Cani svezzati che siano in grado mangiare a limacce o chiocciole.
Alcuni Cani hanno l'abitudine di mangiare limacce e chiocciole, anche se i padroni non ne sono al corrente.

L’infestazione da Angiostrongylus Vasorum non è trasmissibile all’uomo, né è possibile che l’infestazione venga trasmessa direttamente da un cane all’altro, occorre sempre la lumaca come vettore.

Diagnosi
L'esame Coprologico è (in questo caso) una procedura indaginosa e complessa; I campioni fecali devono essere processati utilizzando la tecnica di Baermann successivamente esaminati per la ricerca delle larve.
Si può eseguire un lavaggio bronco-alveolare per la ricerca delle Larve (necessita l'anestesia del peziente).
Oppure utilizzare un Test di Diagnostica Molacolare eseguibile mediante un semplice prelievo di sangue e successivo invio ad un laboratorio specializzato.

giovedì 15 ottobre 2015

UN CASO DI INFESTAZIONE DA DIROFILARIA REPENS IN UN CANE IMPORTATO DALL'UNGHERIA

Dirofilaria repens è un Nematode (verme cilindrico) che viene trasmesso da insetti ematofagi (es., zanzare) e presenta come ospite definitivo principalmente il Cane e in rari casi il Gatto. L'Uomo può rappresentare un ospite accidentale, ovvero esso può contrarre il parassita ma non è in grado di trasmetterlo ad altri esseri viventi.
L'infestazione da parte di questo parassita si manifesta con lesioni nodulari a carico dei tessuti sottocutanei dell'ospite.

Ciclo Biologico (Fig 1)
Gli adulti di D. repens, una volta trasmesse all'ospite recettivo, vanno a localizzarsi nel tessuto sottocutaneo soprattutto a livello di dorso, fianchi, arti o spazi intermuscolari dove svolgono il loro ciclo riproduttivo.
Il tempo che intercorre tra l'introduzione nell'ospite definitivo della larva e il raggiungimento della sua maturità sessuale è di circa 6 mesi nel Cane.

Segni Clinici
La maggior parte delle infestazioni non determina la manifestazione di sintomi particolari.
Tuttavia, nei casi in cui la sintomatologia è presente, si può osservare la comparsa di noduli sottocutanei non dolorosi che contengono il parassita adulto o le microfilarie.
In rari casi, in corso di infestazioni massive, sono stati osservati prurito, pustole, lesioni ulcerative e dermatiti associate alla presenza di microfilarie nel sottocute. (Fig 2)

Diagnosi
La diagnosi consiste nella ricerca delle microfilarie nel circolo sanguigno e nelle lesioni nodulari.
Nel primo caso, il paziente viene sottoposto ad un prelievo di sangue per la ricerca delle larve di Dirofilaria circolanti. Bisogna tenere presente però che fino al 30% dei cani non hanno microfilarie circolanti anche in presenza di vermi adulti. Quindi l’assenza di microfilarie circolanti non è sufficiente a escludere l’infestazione.
Il sangue, una volta prelevato, viene sottoposto a particolari test di laboratorio che permettono di evidenziare le larve del parassita e di distinguerle da quelle simili di altri parassiti (ad esempio la Filaria cardiopolmonare). La valutazione su sangue fresco, invece, può mostrare (solo in alcuni casi) la presenza delle microfilarie ma non permette di distinguerle da altre forme parassitarie simili.
Se si prendono in considerazione, invece, i noduli sottocutanei, è possibile effettuare un agoaspirato per prelevare del materiale il quale, in seguito a colorazione, può mostrare la presenza delle larve. (Fig 3 e 4) La diagnosi di certezza si ha, invece, eseguendo un test specifico in laboratorio sulle larve presenti nel nodulo stesso.

La terapia consiste in:
•rimozione delle forme adulte (Fig 5 e Video) e delle larve dai noduli sottocutanei
•terapia antiparassitaria